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Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi apre all'ipotesi di slittamento dei tempi parlamentari del ddl intercettazioni. E a questo punto in ambienti della maggioranza non si escludono modifiche su alcuni punti controversi. È quanto emerso dal vertice del Pdl tenutosi nel primo pomeriggio a Palazzo Grazioli nel corso del quale il Cavaliere, secondo quanto riferito da alcuni partecipanti, avrebbe posto le basi per un cambiamento di strategia su questo tema. In giornata anche il leader della Lega Umberto Bossi non aveva escluso la possibilità di modifiche tramite emendamenti: «Se qualcuno fa qualche emendamento non viene buttato nel cestino». Quanto alla priorità tra manovra e intercettazioni, «ormai - ha detto Bossi - le cose sono state messe in fila». Parlare di vicolo cieco forse è esagerato fatto sta che il muro sollevato innanzitutto dai finiani, l'attenzione del Colle su alcuni punti del disegno di legge e la possibilità di una bocciatura da parte della Corte Costituzionale avrebbero indotto il il Cavaliere ad un cambio di strategia in corsa. Così non si può andare avanti, avrebbe confidato a diversi deputati, Fini ha ricominciato a fare i capricci, non si capisce bene cosa voglia. In mattinata il premier Silvio Berlusconi, all'assemblea della Confcommercio, a Roma non mostrava nessuna apertura: «In Italia siamo tutti spiati. Ci sono in italia circa 150 mila telefoni sotto controllo: considerando 50 persone per ogni telefono, vengono fuori così 7 milioni e mezzo di persone che possono essere ascoltate. Questa non è vera democrazia, è una cosa che non tolleriamo più».
«LOBBY CONTRO LA LEGGE» - «Non c'è la tutela della libertà di parola», ha proseguito il premier. «Così non può essere in un Paese civile. Ditemi se è possibile essere spiati in questo modo. C'è una piccola lobby di magistrati e giornalisti che è contro» il disegno di legge del governo. «Noi abbiamo preparato il provvedimento in quattro mesi. È stato undici mesi alla Camera, dodici mesi e mezzo al Senato, e ora alla Camera si parla di metterlo in calendario a settembre. Poi bisognerà vedere se il capo dello Stato lo firmerà e poi, quando uscirà, ai pm della sinistra non piacerà e si appelleranno alla Corte costituzionale che, secondo quanto mi dicono, la boccerà», ha detto il presidente del Consiglio.
«NESSUN POTERE AL PREMIER» - Berlusconi ha ribadito, come aveva già fatto che, a suo dire, il presidente del Consiglio, a differenza dei suoi colleghi europei, non ha poteri: «Quando un imprenditore come me pensa alle cose da fare, si scoraggia, perché per arrivare a un risultato concreto bisogna passare le forche caudine di tante difficoltà che a volte uno pensa "chi me lo fa fare, torno a fare quello che facevo prima o me ne vado in pensione"». Secondo il Cavaliere il problema è soprattutto «nell'architettura istituzionale», che «risente del timore dei padri costituenti che potesse tornare una dittatura». Bisogna quindi riformare la Costituzione, ha indicato il premier, per renderla adeguata alle esigenze di una Paese moderno.
BERSANI: TERRORISMO AD PERSONAM - Dura la reazione del segretario del Pd Pier Luigi Bersani: «Siamo in presenza di affermazioni scomposte e propositi pericolosi. Mi fa impressione la strana contabilizzazione delle intercettazioni che ha fatto Berlusconi, fino a dare l'idea che noi saremmo in una sorta di Grande Fratello, in uno stato di polizia. Questo terrorismo ad personam non va bene, perché non si può prendere a pretesto il problema per mettere dei limiti alle investigazioni e alla libertà di informazione. Questo è terrorismo e lascia il tempo che trova».
ANM: «NUMERI DIVERSI» - Luca Palamara, presidente dell'Associazione nazionale magistrati, ha smentito le cifre citate da Berlusconi: nel 2009 - spiega - le utenze telefoniche intercettate sono state 119.553, le cimici piazzate in ambienti pubblici e privati sono state 11.119, mentre le «altre tipologie di bersaglio» sono state 1.712, per un totale di 132.384 intercettazioni. Il tutto al costo di circa 272 milioni di euro, un dato di poco superiore alla media di spesa degli anni 2003-2009, secondo i dati dell'Anm. Il vice presidente Gioacchino Natoli, a proposito dei costi, ha sottolineato: «Le spese vengono anticipate dallo Stato, ma in caso di condanna vengono recuperate a carico dei condannati». Per l'associazione dei magistrati la riforma avrà «conseguenze gravissime» sulla lotta al crimine dato che impedirebbe intercettazioni ambientali in moltissimi luoghi come i bagni delle scuole, dove «tale strumento investigativo ha spesso consentito di individuare gli autori di reati di pedofilia». Inoltre, conclude l'Anm, «con la nuova legge non sarebbero stati individuati gli autori dell'omicidio D'Antona».
OSCE - Intanto l'Osce ha respinto i rilievi mossi dal governo italiano di inopportunità della presa di posizione dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa sul ddl sulle intercettazioni, precisando che è «normale e consueto» che l'istituzione faccia sentire la sua voce nei processi parlamentari, ma sottolineando anche che «naturalmente il Parlamento italiano è sovrano e indipendente». Lo ha detto Roland Bless, vice della responsabile per la libertà dei media, Dunja Mijatovic, che martedì aveva criticato in un comunicato il ddl.
(Corriere.it - 17 giugno 2010)
...è inutile dire che se questa cavolata dei 7,5 milioni di italiani intercettati fosse vera, in Italia in una famiglia su tre ci sarebbe un "intercettato... E spararle meno grosse? Comunque io non avrei nessuna obiezione ad essere casualmente intercettato, se questo servisse a smascherare un bandito, magarii appartenente al Popodo della Libertà Vigilata...
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi apre all'ipotesi di slittamento dei tempi parlamentari del ddl intercettazioni. E a questo punto in ambienti della maggioranza non si escludono modifiche su alcuni punti controversi. È quanto emerso dal vertice del Pdl tenutosi nel primo pomeriggio a Palazzo Grazioli nel corso del quale il Cavaliere, secondo quanto riferito da alcuni partecipanti, avrebbe posto le basi per un cambiamento di strategia su questo tema. In giornata anche il leader della Lega Umberto Bossi non aveva escluso la possibilità di modifiche tramite emendamenti: «Se qualcuno fa qualche emendamento non viene buttato nel cestino». Quanto alla priorità tra manovra e intercettazioni, «ormai - ha detto Bossi - le cose sono state messe in fila». Parlare di vicolo cieco forse è esagerato fatto sta che il muro sollevato innanzitutto dai finiani, l'attenzione del Colle su alcuni punti del disegno di legge e la possibilità di una bocciatura da parte della Corte Costituzionale avrebbero indotto il il Cavaliere ad un cambio di strategia in corsa. Così non si può andare avanti, avrebbe confidato a diversi deputati, Fini ha ricominciato a fare i capricci, non si capisce bene cosa voglia. In mattinata il premier Silvio Berlusconi, all'assemblea della Confcommercio, a Roma non mostrava nessuna apertura: «In Italia siamo tutti spiati. Ci sono in italia circa 150 mila telefoni sotto controllo: considerando 50 persone per ogni telefono, vengono fuori così 7 milioni e mezzo di persone che possono essere ascoltate. Questa non è vera democrazia, è una cosa che non tolleriamo più».
«LOBBY CONTRO LA LEGGE» - «Non c'è la tutela della libertà di parola», ha proseguito il premier. «Così non può essere in un Paese civile. Ditemi se è possibile essere spiati in questo modo. C'è una piccola lobby di magistrati e giornalisti che è contro» il disegno di legge del governo. «Noi abbiamo preparato il provvedimento in quattro mesi. È stato undici mesi alla Camera, dodici mesi e mezzo al Senato, e ora alla Camera si parla di metterlo in calendario a settembre. Poi bisognerà vedere se il capo dello Stato lo firmerà e poi, quando uscirà, ai pm della sinistra non piacerà e si appelleranno alla Corte costituzionale che, secondo quanto mi dicono, la boccerà», ha detto il presidente del Consiglio.
«NESSUN POTERE AL PREMIER» - Berlusconi ha ribadito, come aveva già fatto che, a suo dire, il presidente del Consiglio, a differenza dei suoi colleghi europei, non ha poteri: «Quando un imprenditore come me pensa alle cose da fare, si scoraggia, perché per arrivare a un risultato concreto bisogna passare le forche caudine di tante difficoltà che a volte uno pensa "chi me lo fa fare, torno a fare quello che facevo prima o me ne vado in pensione"». Secondo il Cavaliere il problema è soprattutto «nell'architettura istituzionale», che «risente del timore dei padri costituenti che potesse tornare una dittatura». Bisogna quindi riformare la Costituzione, ha indicato il premier, per renderla adeguata alle esigenze di una Paese moderno.
BERSANI: TERRORISMO AD PERSONAM - Dura la reazione del segretario del Pd Pier Luigi Bersani: «Siamo in presenza di affermazioni scomposte e propositi pericolosi. Mi fa impressione la strana contabilizzazione delle intercettazioni che ha fatto Berlusconi, fino a dare l'idea che noi saremmo in una sorta di Grande Fratello, in uno stato di polizia. Questo terrorismo ad personam non va bene, perché non si può prendere a pretesto il problema per mettere dei limiti alle investigazioni e alla libertà di informazione. Questo è terrorismo e lascia il tempo che trova».
ANM: «NUMERI DIVERSI» - Luca Palamara, presidente dell'Associazione nazionale magistrati, ha smentito le cifre citate da Berlusconi: nel 2009 - spiega - le utenze telefoniche intercettate sono state 119.553, le cimici piazzate in ambienti pubblici e privati sono state 11.119, mentre le «altre tipologie di bersaglio» sono state 1.712, per un totale di 132.384 intercettazioni. Il tutto al costo di circa 272 milioni di euro, un dato di poco superiore alla media di spesa degli anni 2003-2009, secondo i dati dell'Anm. Il vice presidente Gioacchino Natoli, a proposito dei costi, ha sottolineato: «Le spese vengono anticipate dallo Stato, ma in caso di condanna vengono recuperate a carico dei condannati». Per l'associazione dei magistrati la riforma avrà «conseguenze gravissime» sulla lotta al crimine dato che impedirebbe intercettazioni ambientali in moltissimi luoghi come i bagni delle scuole, dove «tale strumento investigativo ha spesso consentito di individuare gli autori di reati di pedofilia». Inoltre, conclude l'Anm, «con la nuova legge non sarebbero stati individuati gli autori dell'omicidio D'Antona».
OSCE - Intanto l'Osce ha respinto i rilievi mossi dal governo italiano di inopportunità della presa di posizione dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa sul ddl sulle intercettazioni, precisando che è «normale e consueto» che l'istituzione faccia sentire la sua voce nei processi parlamentari, ma sottolineando anche che «naturalmente il Parlamento italiano è sovrano e indipendente». Lo ha detto Roland Bless, vice della responsabile per la libertà dei media, Dunja Mijatovic, che martedì aveva criticato in un comunicato il ddl.
(Corriere.it - 17 giugno 2010)
...è inutile dire che se questa cavolata dei 7,5 milioni di italiani intercettati fosse vera, in Italia in una famiglia su tre ci sarebbe un "intercettato... E spararle meno grosse? Comunque io non avrei nessuna obiezione ad essere casualmente intercettato, se questo servisse a smascherare un bandito, magarii appartenente al Popodo della Libertà Vigilata...
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