June 15, 2010

Monito dell'OSCE all'Italia: "Rinunciate alla legge sulle intercettazioni: ostacola il giornalismo"

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Intercettazioni L'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (Osce), con sede a Vienna, ha chiesto oggi all'Italia di rinunciare al disegno di legge sulle intercettazioni o di modificarlo in sintonia con gli standard internazionali sulla libertà di espressione. «Sono preoccupata che il Senato abbia approvato una legge che potrebbe seriamente ostacolare il giornalismo investigativo in Italia», ha detto in un comunicato oggi Dunja Mijatovic, responsabile dell'Osce per la libertà dei media.

«I giornalisti devono essere liberi di riferire su tutti i casi di pubblico interesse e devono poter scegliere come condurre una indagine responsabile», ha aggiunto Dunja Mijatovic, responsabile dell'Osce per la libertà dei media. Per entrare in vigore, la legge deve ancora essere approvata dalla Camera e firmata dal capo dello Stato, precisa in chiusura il comunicato.

Alta tensione nel PdL: «Non vorrei che qualche falco berlusconiano volesse lo scontro istituzionale. Che accarezzasse l'idea di farsi respingere la legge dal capo dello Stato per riapprovarla nello stesso testo e avviare uno scontro costituzionale». Lo afferma a proposito del ddl intercettazioni l'ex vicepresidente dei deputati del Pdl, Italo Bocchino, che aggiunge: «sarebbe un errore di metodo colossale non discutere più sulla norma». «Chi replica a Fini - spiega Bocchino - non conosce bene il regolamento della Camera. La tabella di marcia non la decide Fini, ma la Costituzione, il regolamento e le scelte di Berlusconi». Spiega Bocchino: «Il presidente del Consiglio ha voluto fare la manovra con decreto legge e le intercettazioni con disegno di legge: quindi Fini è obbligato a calendarizzare prima la manovra». Inoltre, avverte Bocchino, «sarebbe un errore di metodo colossale non discutere più. Il ministro della Giustizia potrebbe accorgersi che è meglio una settimana di riflessione in più anzichè farsi bocciare la legge dal Quirinale o dalla Corte costituzionale».
Bocchino esplora la Carfagna .
Bocchino-carfagna «In un partito si può esprimere liberamente e senza alcuna censura il proprio pensiero, salvo rispettare nel voto le decisioni assunte democraticamente negli organismi dirigenti. È riprovevole invece ricorrere, come fa Bocchino, ad argomenti risibili e inappropriati sia quando chiamano in causa il Pdl che ancor più le libere e insindacabili decisioni del capo dello Stato». Lo scrive in una nota il coordinatore nazionale del Pdl, Sandro Bondi.

Noi, da parte nostra, vorremmo dire a Bondi che fra le due ridicole serie di osservazioni, le sue ci creano maggiore ilarità di quelle, anch'esse piuttosto comiche, di Italo Bocchino.

Ad Italo Bocchino vorremmo chiedere perchè i finiani (e i bocchiniani...) abbiano votato, in Senato, una legge così ignobile, pericolosa, piena si insidie istituzionali. I cani da guardia della democrazia non acquisiscono meriti dal modo in cui abbaiano, ma dal modo in cui mordono. Lui e Fini finora sono stati capaci solo di tenere, affettuose leccatine alla mando del loro padrone. Quindi Bocchino taccia, o parli dopo essersi dimesso da qualsiasi cosa. E non dimentichi di chiedere scusa ai suoi elettori.
Tafanus

(leggonline.it)

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